|
|
|
|
LE FIGLIE DELLA LUSSURIA NELL'IPPOLITO
( l'odio verso la castità, la calunnia, la morte e la disperazione)
Senza entrare nel merito del profondo paganesimo della mitologia greca, è singolare vedere nelle intuizioni di Euripide, il nesso tra le pulsioni della lussuria e i suoi frutti.
Nella tragedia l ' "Ippolito", Afrodite in odio verso il figlio di Teseo, per la sua scelta della castità, fomenta in Fedra la matrigna la passione per il figliastro e spera, poi, che il padre uccida il figlio una volta scoperta l'unione tra i due.
Afrodite: "Né tale amore avrà sol questa fine:
a Tesèo svelerò questo mistero,
ché divenga palese; e con le sue
maledizioni, darà morte il padre
al giovinetto mio nemico"
Le cose, però, non vanno come la sciagurata dea della lussuria aveva previsto.
Ippolito non è intenzionato a perdersi per le donne e Fedra decide di suicidarsi non prima di aver rovinato il figliastro con una lettera in cui lo calunniava sostenendo che questi aveva cercato di violentarla.
Finita in mano a Teseo la lettera, questi maledice il figlio che, tuttavia innocente, muore puntualmente.
Euripide sia pur pagano in questa tragedia insegna a molti che la lussuria ha molte figlie perverse, e nell'opera ci sono giusto due morti, Fedra muore suicida per la sua passione maledetta e Ippolito perisce per l'odio di un padre che aveva creduto alla calunnia della sua seconda moglie.
E così alla fine sia pur di dolore muore anche il padre:
Tesèo:
"Son morto, o figlio, e omai la vita aborro."
|
|