"Il demonio non può nulla sulla volontà, pochissimo sull'intelligenza, e tutto sulla fantasia"
Joris-Karl Huysmans
La definizione di Huysmans forse è teologicamente approssimativa, ma chiunque voglia affrontare con fermezza il combattimento spirituale (e della vita) deve ben sapere che i poteri del maligno sulla mente dell'uomo sono molti e non sono così alieni da quelli dell'aforisma del romanziere.
San Tommaso D'Aquino ci dice ( riguardo agli angeli e ai diavoli):
"l'angelo buono o cattivo possono modificare l'intelletto dell'uomo perchè conosca qualcosa, non certo introducendo nello stesso intelletto delle specie, ma esibendo esternamente alcuni segni, dai quali l'intelletto è sollecitato ad apprendere qualcosa, ciò che possono fare anche gli uomini. Ma, inoltre, gli angeli buoni o cattivi possono anche in qualche modo disporre a ordinare internamente le rappresentazioni dell'immaginazione, secondo com'è opportuno, perchè s'apprenda qualcosa d'intellegibile."
In buona sostanza l'Aquinate ci avvisa che i demoni hanno la possibilità di ingannare i nostri sensi, ma anche di interagire con i nostri pensieri attraverso l'immaginazione.
Il problema grande per l'uomo è che il demonio
con questa capacità in male
può tirare i fili delle nostre emozioni (tristezza, angoscia apprensioni etc etc..) che con i pensieri (es. preoccupazioni) sono sempre collegati.
Con le suggestioni sul futuro poi , il demonio spesso, cerca di creare un mondo mentale parallelo a quello reale, dove l'intervento di Dio è assente e lui ti mostra il suo indisturbato operare.
Su questo argomento Cristo ci dà un "ordine" per il nostro benessere:
Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena.
Mt 6:25
Dobbiamo renderci quindi ermetici ai pensieri che innescano meccanismi di logoramento comodi al maligno, il quale quando spesso non può distruggerci con le tentazioni lo fa inducendoci alla disperazione.
Vanno dunque respinti , al primo manifestarsi, i pensieri che costituiscono accenni di preoccupazioni , affanni, o angosce , vanno fermati subito anche perchè una volta coltivati, ripristinare la pace originaria è molto più faticoso.
Da cristiani è utile a questo proposito imparare vivere facendo propri due concetti relativi al nostro futuro:
29 Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia.
30 Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati; 31 non abbiate dunque timore: voi valete più di molti passeri!
Matteo 10
«Lo so, Signore, che l'uomo non è padrone della sua via, non è in potere di chi cammina il dirigere i suoi passi.
Geremia 4
E inoltre rasserenarci, perchè come dice il Salmo (33):
Questo povero grida e il Signore lo ascolta, *
lo libera da tutte le sue angosce.
Questa battaglia quotidiana con il maligno è forse solo seconda al combattimento per non peccare, perchè attraverso i pensieri il demonio può creare false aspettative quindi delusioni, indurci a scelte sbagliate in forza di sue suggestioni, farci affidare a gente iniqua piuttosto che in Dio, farci sperare in facile guadagni etc etc
E' bene, quindi,stare costantemente in stato di grazia e chiedere quotidianamente allo Spirito Santo i suoi doni anche per le scelte che regolano la nostra vita quotidiana, questo perchè come dice San Paolo:
Per il resto, attingete forza nel Signore e nel vigore della sua potenza.
Rivestitevi dell'armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo.
La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti.
Prendete perciò l'armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove.
State dunque ben fermi, cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia,
e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace.Tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno;
prendete anche l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la parola di Dio.Pregate inoltre incessantemente con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, vigilando a questo scopo con ogni perseveranza e pregando per tutti i santi
Lettera agli Efesini 6
Sant'Ignazio poi ci insegna anche alcuni metodi utili per il discernimento che si innestano in un discorso più ampio rispetto a quello delle sole preoccupazioni ma inquadrano i molteplici poteri del demonio di cui dobbiamo essere ben consapevoli per intraprendere la nostra battaglia quotidiana spirituale e di vita, ovviamente mai prescindendo dalle guide spirituale e dei nostri confessori che Nostro Signore ci mette a disposizione.
REGOLE PER LO STESSO SCOPO, RICONOSCENDO MEGLIO GLI SPIRITI.
Prima regola.
è proprio di Dio e dei suoi angeli dare con le loro ispirazioni vera letizia e gioia spirituale, togliendo tutta la tristezza e l'agitazione che il demonio procura; è invece proprio di costui combattere contro questa letizia e consolazione spirituale, presentando false ragioni, cavilli e continue menzogne.
Seconda regola.
Solo Dio nostro Signore può dare all'anima una consolazione senza una causa precedente; infatti è proprio del Creatore entrare nell'anima, uscire, agire in essa, attirandola tutta all'amore della sua divina Maestà. Dicendo senza una causa, si intende senza che l'anima senta o conosca in precedenza alcun oggetto, da cui possa venire quella consolazione mediante i propri atti dell'intelletto e della volontà.
Terza regola.
Sia l'angelo buono sia quello cattivo possono consolare l'anima con una causa, ma per fini opposti: l'angelo buono per il bene dell'anima, perché cresca e proceda di bene in meglio; l'angelo cattivo, al contrario, per attirarla ancor più al suo dannato disegno e alla sua malizia.
Quarta regola.
è proprio dell'angelo cattivo, che si trasforma in angelo di luce, entrare con il punto di vista dell'anima fcdele e uscire con il suo: suggerisce, cioè, pensieri buoni e santi, conformi a quell'anima retta, poi a poco a poco cerca di uscirne attirando l'anima ai suoi inganni occulti e ai suoi perversi disegni.
Quinta regola.
Dobbiamo fare molta attenzione al corso dei nostri pensieri. Se nei pensieri tutto è buono il principio, il mezzo e la fine e se tutto è orientato verso il bene, questo è un segno dell'angelo buono. Può darsi invece che nel corso dei pensieri si presenti qualche cosa cattiva o distrattiva o meno buona di quella che l'anima prima si era proposta di fare, oppure qualche cosa che indebolisce l'anima, la rende inquieta, la mette in agitazione e le toglie la pace, la tranquillità e la calma che aveva prima: questo allora è un chiaro segno che quei pensieri provengono dallo spirito cattivo, nemico del nostro bene e della nostra salvezza eterna.
Sesta regola.
Quando il nemico della natura umana viene scoperto e riconosciuto per la sua coda serpentina e per il fine cattivo a cui spinge, colui che è stato tentato farà bene a esaminare subito il corso dei pensieri buoni all'inizio da lui suggeriti, e a considerare come il demonio a poco a poco abbia cercato di farlo discendere dalla soavità e dalla gioia spirituale in cui si trovava, fino ad attirarlo al suo disegno perverso; così, tenendo conto di questa esperienza, potrà guardarsi dai suoi soliti inganni.
Settima regola.
A coloro che procedono di bene in meglio, l'angelo buono si insinua nell'anima in modo dolce, delicato e soave, come una goccia d'acqua che entra in una spugna; al contrario, l'angelo cattivo si insinua in modo pungente, con strepito e agitazione, come quando la goccia d'acqua cade sulla pietra. Invece, in coloro che procedono di male in peggio, questi due spiriti si insinuano in modo opposto. La causa di questo è la disposizione dell' anima, contraria o simile a quegli angeli: infatti, quando è contraria, entrano con strepito e facendosi sentire; quando invece la disposizione è simile, l'angelo entra in silenzio, come in casa propria che gli è aperta.
Ottava regola.
Quando la consolazione è senza una causa, in essa non c'è inganno, perché, come si è detto [1 regola], proviene da Dio nostro Signore; tuttavia la persona spirituale, a cui Dio dà questa consolazione, deve considerare e distinguere con molta cura e attenzione il tempo proprio di questa consolazione da quello successivo, nel quale l'anima rimane fervorosa e favorita dal dono e dalle risonanze della consolazione passata. Spesso infatti, in questo secondo tempo, sia con un proprio ragionamento, cioè con associazioni e deduzioni di concetti e di giudizi, sia per l'azione dello spirito buono o di quello cattivo, la persona formula propositi o pensieri che non sono ispirati direttamente da Dio nostro Signore; perciò bisogna esaminarli molto accuratamente, prima di dar loro pieno credito e di metterli in atto.